Credo che l'articolo pubblicato da Repubblica (e scaricabile in allegato) abbia un elemento di merito: parla di una situazione reale e troppo spesso sottaciuta. Nelle aziende agricole, in molti casi, vi sono gravi situazioni di solitudine e dissesto economico-finanziario. Si tratta di un fenomeno che, sebbene oggi sia abbastanza diffuso, era una rarità negli anni scorsi.
Il sistema agroalimentare italiano sta infatti attraversando un momento di repentini cambiamenti dopo circa 50 anni di crescita stabile garantita anche dalle politiche di sostegni comunitari e da mercati relativamente ?protetti".
Ore le imprese agricole devono sopravvivere in un mercato fortemente competitivo e con provvigioni calanti senza più una disponibilità di capitale umano. Le aziende in crisi sono spesso quelle in cui vi è un giovane che ha creduto nella scommessa per lo sviluppo e, in assenza di una "rete" di rapporti e solidarietà si è trovato sommerso da debiti e solo.
Ritengo però che l'articolo sia anche indicativo di un modalità, la solita, con cui il "potere" tende a fare crescere una cultura relativista e nichilista nel nostro Popolo.
Dopo la lettura di una situazione come quella descritta da Giampaolo Visetti che resta da fare ?
O si opta per la soluzione più radicale, definitiva (e tragica) oppure pare si possa soltanto abbracciare il relativismo ed il conseguente cinismo come l'unica ricetta per ridurre il danno di una situazione corrotta, sulla quale il singolo individuo non ha alcun potere.
Quando non c'è nulla che va bene, che è buono, per cui valga la pena rischiare e dunque dare la vita; quando non vi è un ideale oggettivo che permetta di identificare ciò che è ?bene? distinguendo da ciò che non lo è, allora l'uomo diventa vittima del relativismo più assoluto. Ma se tutto è relativo, come può interessarmi il fare ?bene?, ad esclusione del mio personale ?bene?, immediato e che si pone, cinicamente, al di sopra di ogni cosa?
Ma questa non è una posizione sostenibile: Come i monaci nel Medio Evo, allo scorazzare delle orde barbariche nel nostro Paese, con un impero romano decadente e imbelle, per una certezza incontrata per la loro vita iniziarono a costruire i monasteri, vero punto di rinascita di una umanità nuova e di una conseguente civiltà così tutti noi, senza fare proclami, aiutiamoci a costruire attraverso il nostro lavoro e imprese, punti di rinascita dell'umano; lì dove noi siamo.
Anche noi dobbiamo costruire un monastero: un baluardo a difesa degli attacchi barbarici di nichilismo, relativismo e cinismo.
Per fare questo serve una compagnia, una rete di rapporti capaci di richiamare continuamente al motivo, allo scopo per cui vale la pena rischiare, faticare, soffrire: Compagnia delle Opere, appunto!
Camillo Gardini
Presidente di CdO Agroalimentare
Il sistema agroalimentare italiano sta infatti attraversando un momento di repentini cambiamenti dopo circa 50 anni di crescita stabile garantita anche dalle politiche di sostegni comunitari e da mercati relativamente ?protetti".
Ore le imprese agricole devono sopravvivere in un mercato fortemente competitivo e con provvigioni calanti senza più una disponibilità di capitale umano. Le aziende in crisi sono spesso quelle in cui vi è un giovane che ha creduto nella scommessa per lo sviluppo e, in assenza di una "rete" di rapporti e solidarietà si è trovato sommerso da debiti e solo.
Ritengo però che l'articolo sia anche indicativo di un modalità, la solita, con cui il "potere" tende a fare crescere una cultura relativista e nichilista nel nostro Popolo.
Dopo la lettura di una situazione come quella descritta da Giampaolo Visetti che resta da fare ?
O si opta per la soluzione più radicale, definitiva (e tragica) oppure pare si possa soltanto abbracciare il relativismo ed il conseguente cinismo come l'unica ricetta per ridurre il danno di una situazione corrotta, sulla quale il singolo individuo non ha alcun potere.
Quando non c'è nulla che va bene, che è buono, per cui valga la pena rischiare e dunque dare la vita; quando non vi è un ideale oggettivo che permetta di identificare ciò che è ?bene? distinguendo da ciò che non lo è, allora l'uomo diventa vittima del relativismo più assoluto. Ma se tutto è relativo, come può interessarmi il fare ?bene?, ad esclusione del mio personale ?bene?, immediato e che si pone, cinicamente, al di sopra di ogni cosa?
Ma questa non è una posizione sostenibile: Come i monaci nel Medio Evo, allo scorazzare delle orde barbariche nel nostro Paese, con un impero romano decadente e imbelle, per una certezza incontrata per la loro vita iniziarono a costruire i monasteri, vero punto di rinascita di una umanità nuova e di una conseguente civiltà così tutti noi, senza fare proclami, aiutiamoci a costruire attraverso il nostro lavoro e imprese, punti di rinascita dell'umano; lì dove noi siamo.
Anche noi dobbiamo costruire un monastero: un baluardo a difesa degli attacchi barbarici di nichilismo, relativismo e cinismo.
Per fare questo serve una compagnia, una rete di rapporti capaci di richiamare continuamente al motivo, allo scopo per cui vale la pena rischiare, faticare, soffrire: Compagnia delle Opere, appunto!
Camillo Gardini
Presidente di CdO Agroalimentare